Pietro Fenoglio interprete del liberty in Italia
- Luigi Matteoni
- 3 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min

Oggi 3 maggio di 155 anni fa nasceva a Torino Pietro Fenoglio (Torino, 3 maggio 1865 – Corio, 22 agosto 1927) architetto e ingegnere, considerato tra i principali interpreti del liberty torinese e italiano.
Dopo aver frequentato le scuole superiori probabilmente di indirizzo tecnico, si laureò nel 1886 alla Regia Scuola di applicazioni per gli ingegneri di Torino, iniziando verso il 1889 l'attività professionale dopo una parentesi come professore di disegno. In breve tempo organizzò uno studio di progettazione architettonica, da cui uscirono, in più di vent'anni di attività, centinaia di progetti finali da lui firmati, ma di incerta attribuzione, anche perché dei numerosi collaboratori di cui si valse per far fronte a una committenza sempre più ampia sono noti per ora soltanto l'architetto G. Gussoni e l'ingegnere G. Marinari, che gli subentrò nel 1912. Fondatore della rivista L'Architettura italiana, Fenoglio ebbe un ruolo di primo piano nell'organizzazione delle due più importanti esposizioni artistiche dell'ancor giovane Stato unitario. Nel 1902 fu membro del comitato esecutivo della prima Esposizione internazionale di arte decorativa e moderna di Torino, mostrando una totale adesione, alla luce della sua personale affinità architettonica, verso l'eleganza e la bizzarria delle forme armoniosamente espresse nei padiglioni progettati da R. D'Aronco.
Nel 1903 terminò la casa in corso Francia, angolo via Principi d'Acaia, il suo capolavoro. La palazzina Fenoglio, poi La Fleur, è stata un'occasione felice in cui il progettista ha saputo cogliere un momento magico e coniugare la solidità della struttura muraria e le sue articolazioni funzionali con l'eleganza della plasticità Art Nouveau con forti accenti guimardiani, fino a raggiungere languidezze quasi sensuali nelle inferriate e nelle decorazioni in ferro battuto.
Tra le opere significative del Fenoglio sono: La villa Zanelli a Savona con la collaborazione di G. Gussoni, villini Diatto (1896), la casa Padrini (1898), la casa Rey (1899), la casa Gotteland (1900), il cotonificio Remmert a Ciriè (1900), la casa Trabbia (1901), la casa Pecco (1902), il quartiere e case operaie per il cotonificio Leumann a Collegno (1902-1903), le case della Società torinese abitazioni popolari (1903), la casa Di Manso (1903), la casa Bellia (1904), la casa Maciotta (corso Francia, 1904), la casa Padrini (1905), la casa Audino Rinaldi (1905), il panificio e gallettificio della Società torinese di panificazione (1906), la casa Girardi (1906), la Fonderia smalteria ed affini Ballada e C. (1906), la Fabbrica nazionale carte da parati, già Barone e C. (1906), la villa Rossi di Montelera a Pianezza (1906), la casa Caro (1907), lo stabilimento Venchi Unica (1907), la casa Florio (1908), ilpalazzo della Società delle Assicurazioni generali di Venezia (1909), l'asilo infantile della Borgata Sassi (1910), la casa Carbone (1911), lo stabil. Ambrosio (1912), la casa Maciotta (via Peyron, 1912).
Fonte dizionario biografico Treccani Ph. Luigi Matteoni
Komentáře