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ART DÉCO. INGRESSI DI MILANO

Mostra fotografica dedicata agli ingressi Art Déco più belli di Milano 23-24 novembre 2019

 

La prima impressione è quella che conta, specialmente in una città come Milano. E in un edificio la prima impressione, dopo la facciata, è data da ciò che vediamo una volta che ne varchiamo la soglia: l’ingresso. Cosa si celerà dietro al severo portone in legno?

In nessuna città italiana mostrano una complessità formale, un’articolazione funzionale e un’elaborazione spaziale come a Milano, una città in cui il Novecento si è sviluppato con leggerezza ed eleganza. Emblema di raffinatezza, di comfort e di decoro, spazio di carattere scenico in cui si incontrano architettura, arte e design, questi ambienti sono un tripudio di ceramiche e marmi lucenti, tappeti rossi, eleganti bassorilievi, corrimano sinuosi, misteriose portinerie, vasti mosaici, vetrate artistiche che creano effetti di profondità.

Definito “Stile 1925”, dall’anno della nota Esposizione universale di Parigi dedicata alle Arts Décoratifs, da cui la fortunata formula Art Déco, fu lo stile delle sale cinematografiche, delle stazioni ferroviarie, dei teatri, dei transatlantici, dei palazzi pubblici, delle grandi residenze borghesi: si trattò, soprattutto, di un formulario stilistico, dai tratti chiaramente riconoscibili, che ha influenzato a livelli diversi tutta la produzione di arti decorative, dagli arredi alle ceramiche, dai vetri ai ferri battuti, dall'oreficeria ai tessuti alla moda negli anni Venti e nei primissimi anni Trenta, così come la forma delle automobili, la cartellonistica pubblicitaria, la scultura e la pittura in funzione decorativa.

Fu uno stile di vita eclettico, mondano, internazionale. Il successo di questo momento del gusto va riconosciuto nella ricerca del lusso e di una piacevolezza del vivere, tanto più intensi quanto effimeri. La relazione con il Liberty, che lo precede cronologicamente, fu dapprima di continuità, poi di superamento, fino alla contrapposizione. La differenza tra l’idealismo dell’Art Nouveau e il razionalismo del Déco appare sostanziale. L'idea stessa di modernità, la produzione industriale dell’oggetto artistico, il concetto di bellezza nella quotidianità mutano radicalmente: con il superamento della linea flessuosa, serpentina e asimmetrica legata ad una concezione simbolista che vedeva nella natura vegetale e animale le leggi fondamentali dell’universo, nasce un nuovo linguaggio artistico. La spinta vitalistica delle avanguardie storiche, la rivoluzione industriale sostituiscono al mito della natura, lo spirito della macchina, le geometrie degli ingranaggi, le forme prismatiche dei grattaceli, le luci artificiali della città.

Tutte le foto sono state eseguite dal fotografo Luigi Matteoni,

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